Testo e foto di Giulia Macrì
Città d’arte, di cultura, di mondanità e di raffinata accoglienza contemporanea, Firenze è specialmente bella adesso, durante le Feste e in vista del Capodanno… Ma è una destinazione di viaggio per tutte le stagioni, soprattutto con i prestigiosi soggiorni e le proposte gastronomiche “firmati” Lungarno Collection
Famosa per essere la culla dell’arte del Rinascimento – architettura, pittura, scultura, arti orafe, musive e decorative in genere – Firenze ha tanta, tanta storia da raccontare e bellezze da mostrare all’ombra della Cupola del Brunelleschi, delle torri del Bargello e del Palazzo Vecchio; tra i banchi dello storico mercato di San Lorenzo e lungo il Ponte Vecchio, o il Ponte di Santo Spirito, che da un lato porta verso l’elegante via Tornabuoni e dall’altro si inoltra nelle stradine della città vecchia, verso Borgo Santo Spirito e Borgo San Frediano, dove batte il suo cuore e si respira il suo spirito più verace, dove sono le botteghe e gli artigiani della tradizione, ma anche i locali di tendenza. Per dire, a San Frediano, puoi passare dal forno con i bomboloni caldi al cocktail bar più cool, all’incomparabile visione di un capolavoro di epoca medievale (nella fattispecie, gli affreschi geniali di Masaccio nella famosa Cappella Brancacci della Chiesa del Carmine) nel raggio di poche centinaia di metri, senza alcun disorientamento, perché Firenze è così: passato e presente convivono in autentica e prospera continuità. L’unico problema, può essere cosa vedere nel tempo che si ha a disposizione, perché di fasti antichi e stimolanti richiami contemporanei ce n’è a bizzeffe in tutti i campi: dalla cultura, all’enogastronomia, passando per l’artigianato e lo shopping, tradizioni e innovazione fervono di vita.
Dove dormire e cosa fare: Firenze in 36 ore
La proposta di Italian Flavour Mag si basa sull’esperienza recentissima del press tour guidato tra le nuove formule di accoglienza di Lungarno Dining e Hotel Collection, sapientemente elaborate: c’è l’ospitalità classica (ma non troppo) dell’Hotel Lungarno con il sofisticato Picteau Bar pluripremiato per i suoi originalissimi cocktails e con il ristorante stellato Borgo San Jacopo, guidato dal talentuoso chef Claudio Mengoni, in grado di offrire una dining experience veramente importante, e quella squisitamente tailor made sull’ospite del fashionissimo Portrait Firenze, che si pregia di uno stile di servizio personalizzato con la figura del personal butler e, all’ingresso, vi introduce al delizioso Caffè dell’Oro, molto di più di un bistrò per pasti e merende gourmet, grazie alle note originali ricche di sorprendenti contaminazioni della cucina dello chef Antonio Minichiello.
Smart, giovane e non convenzionale, il Continentale è il design hotel del gruppo, riconosciuto dal candore dei suoi toni di total white ed essenze di legno chiaro, di sapore nordico come lo stile degli arredi anni ‘50: intimo e raccolto, ha una spettacolare saletta lounge a vetrata sul Ponte Vecchio e, in cima, La Terrazza Rooftop Bar con impareggiabile panorama sui tetti di Firenze e aperitivi super trendy. Dal “quadrilatero” del Lungarno Dining e Hotel Collection, che si articola in uno dei punti nevralgici del centro di Firenze, tra una riva e l’altra dell’Arno, passando per il Ponte Vecchio, tutto è raggiungibile a piedi in pochi minuti: dalle destinazioni monumentali e museali di maggior richiamo (che però vanno rigorosamente prenotate in anticipo), alle chicche da scoprire passeggiando.
Come l’insolito e affascinante Museo Ferragamo, che attualmente, oltre all’esposizione storica delle celebri calzature – annessa alla boutique che riedita su ordinazione i modelli più iconici! -, ospita la mostra interattiva “Seta”, con i foulard artistici creati dalla Maison a partire dagli anni Settanta ad opera di una delle figlie del fondatore, Fulvia Ferragamo: accanto ai celeberrimi carré, gli studi preparatori, i mood board e i bozzetti sviluppati da fonti antiche e moderne d’ogni sorta (musei, volumi antichi, cronache di viaggio) su iconografie esotiche, poi elaborati in temi creativi che, decade dopo decade, hanno fatto tendenza nel mondo della moda. Totalmente ammaliante è anche l’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella ospitata in una parte del complesso conventuale di Santa Maria Novella, in via della Scala, dove tra raffinate fragranze ed essenze per la persona e la casa, pot-pourri e tisane, si “respira” letteralmente la storia dell’antica spezieria, risalente al 1221: oggi profumeria ed erboristeria, quella di Santa Maria Novella rimane la più antica farmacia storica d’Europa, attiva da 4 secoli.
Immancabili le visite alle esposizioni di grande richiamo allestite nel già splendido Palazzo Strozzi e alle mostre interattive della Cattedrale dell’Immagine: in questo periodo, ad esempio, sono imperdibili “Shine”, la spettacolare antologica di Jeff Koons (Palazzo Strozzi,fino al 30 gennaio 2022), e“Inside Dalì”, dedicata al più visionario degli artisti del Surrealismo, in corso nella suggestiva sede della Cattedrale dell’Immagine, la chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte.
Cucina inclusiva
Il capitolo gastronomico della Firenze attuale merita attenzione particolare, perché al di là dell’ottima media qualitativa che la ristorazione cittadina offre ai visitatori (dallo street food, tipo trippai, lampredottai, ai bar, alle pasticcerie e ai forni, compresi!), la proposta Lungarno Dining Collection è una delle più significative interpretazioni del mood contemporaneo di cucina “inclusiva”, cioè contaminata da influenze anche diverse, importate dalle esperienze dei suoi esponenti più qualificati sulla piazza fiorentina, per antonomasia una delle più internazionali e allo stesso tempo una delle più tipicamente toscane. Una cucina, quindi, che richiama e che accoglie.
Caffè dell'Oro
Al Caffè dell’Oro opera lo chef Antonio Minichiello, origini campane e vocazione internazionale consolidata da una vasta esperienza all’estero, coniugate da estro e un pizzico di spregiudicatezza che conferisce ai suoi piatti un tocco di originale esotismo. Il suo bun di moeche dal guscio morbido, insalata di zenzero e syracha, è delizioso e sorprende a ogni boccone, come pure il risotto al pecorino di fossa, vaniglia e lime, con sedano rapa e pistacchio, felice incontro tra sapori robusti e delicati profumi di spezie, agrumi, radici e frutta secca, mediterranei, tropicali e orientali. Al dessert più tipico e rappresentativo del Caffè dell’Oro, il tiramisù toscano con cantucci di Prato rinnovato con un gel al vinsanto, comunque, la carta dei dolci propone anche alternative creative, tipo il raviolo di ananas infusa allo zenzero e lemongrass con cioccolato valrhona, timo e ricotta, decisamente originale e squisito.
Borgo San Jacopo
Al ristorante pluristellato dell’Hotel Lungarno, il Borgo San Jacopo, lo chef Claudio Mengoni porta una impronta nuova e potente di concretezza e creatività, forgiate nelle cucine più importanti nazionali e già insignite di riconoscimenti e meritatissime stelle, e raccoglie con onore il testimone decisamente impegnativo del suo predecessore (il geniale Peter Brunel). La sua voglia di sperimentare non è mai fine a sé stessa, anzi: denota il gusto spiccato di far esprimere alla materia prima potenzialità inesplorate con accostamenti e trattamenti inediti, o perlomeno inconsueti, e di rielaborare e reinterpretare alcune ricette-must della tradizione, senza paura di oltraggiare la “sacralità” della grande cucina italiana. E poiché le sorprese in carta non mancano davvero, il consiglio è quello di farsi guidare da uno dei percorsi a tema consigliati. Nel menu degustazione “l’Inverno”, ad esempio, merita la menzione d’onore la zuppa di cicerchie con lumache di mare e ostriche scottate, un piatto portentoso e complesso, in cui l’eco della tradizionale combinazione di legumi e frutti di mare risuona in nuovi abbinamenti di ingredienti più ricercati ed elaborati in un equilibrio perfetto. Dal menu “Experience”, fenomenali sono anche i tortelli di coda di bue, bietolina, pera e fonduta di Castelmagno, un omaggio alla vaccinara romanesca, non tanto riveduta e corretta, quanto completamente reinventata; oppure il rombo, lattuga romana, mandorle e prosciutto di Parma, insolito, corposo e delicatissimo. L’architettonica composizione, aerea e aggraziata, del sublime dessert Amorellino – cannolo e bolle di Morellino, con mousse di ricotta, biscotto alle more, gelato fior di latte – è seguita da un cabaret di piccola pasticceria da caffè, classicissimo e di suprema bontà. Complice in sala il sommelier Salvatore Biscotti, cui affidare l’arduo compito di completare il fine dining BSJ con wine pairings degni di cotante portate: se la cava benissimo, vuoi per competenza e vuoi per lo speciale affiatamento con lo chef e tra sala e cucina. Insomma, se, come ancora ci invita a fare la prudenza, a Capodanno cerchiamo l’intimità di un luogo speciale e di formule esclusive, quelle fiorentine firmate Lungarno Dining e Hotel Collection fanno per noi… così come per tutto il nuovo anno!
LUNGARNO DINING E HOTEL COLLECTION – Firenze