Testo e foto di Giulia Macrì
La Piazza dei Miracoli con la fenomenale Torre Pendente, gli eleganti Lungarni, le viuzze medievali del Borgo Stretto e una delle più eccellenti Università del mondo… culla d’arte, di scienza e di cultura umanistica, Pisa è soprattutto una città a misura d’uomo, dove si vive bene, si mangia genuino e si ride di gusto.
Sei di Pisa se… (puntualmente al ritorno dalle vacanze): “Belle tutte le altre città, ma come Pisa un ce n’è!”. Saranno pure faziosissimi i pisani, ma non si può certo dar loro torto: una città con una piazza denominata “dei Miracoli”, una “Torre Pendente” unica al mondo, e tre dei più grandi capolavori architettonici di romanico pisano e di gotico fiorito della storia dell’arte medievale e rinascimentale d’Europa – il Duomo, il Battistero di San Giovanni e il Camposanto – è, già di per sé, un sito di pregio assoluto e di richiamo mondiale (che infatti è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1987), ma il suo fascino e le sue attrattive non si esauriscono nella pur predominante presenza di opere d’arte. Pisa è scienza, cultura, vita, che si respirano oltre che nei suoi monumenti e negli straordinari luoghi di culto, sui suoi eleganti Lungarni e nelle stradine medievali del Borgo Stretto, nella scenografica piazza dei Cavalieri che fa da cornice a una delle più prestigiose Università del mondo (che a dispetto della sua eccezionalità si chiama “Normale”, perché era sorta dalla necessità di formare gli insegnanti della scuola superiore secondo le “norme” e i precetti regolamentati dall’ordinamento dell’istruzione) e che a tutt’oggi è considerata tra le migliori 25 del mondo.
La celeberrima Piazza dei Miracoli, è vero, spettacolare: risplende di una luce trascendente e immanente insieme, anche quando il sole non c’è. Anzi, sembra quasi che con la luce diffusa di una giornata nuvolosa il bianco dei monumenti, il verde delle aiuole e gli scorci d’azzurro del cielo siano più vividi che mai. Così, in modo spettacolare, il Battistero, il Duomo e il Camposanto celebrano il ciclo della nascita, della vita e della morte, sovrastate dalla fenomenale Torre Pendente, che si dice sia donna, in quanto voluta e commissionata da Berta de Bernardi nel 1173, che vigila da secoli… senza mai perdere l’equilibrio. C’è letteralmente da perdersi, invece, tra i capolavori del passato e le installazioni contemporanee che spesso ne impreziosiscono ulteriormente i siti, tra la storia e l’arte che hanno forgiato ogni pietra di questa incredibile città, che però merita anche di essere vissuta nella sua quotidianità. Così scriveva, infatti, a proposito di Pisa, Curzio Malaparte nel suo arguto saggio “Maledetti toscani”: “Imparate dai toscani che non c’è nulla di sacro a questo mondo, fuorché l’umano, e che l’anima di un uomo è uguale a quella di un altro: e che basta sapersela tener pulita, all’asciutto, che non pigli polvere né umido, come sanno i toscani, che dell’anima propria sono gelosissimi, e guai a chi gliela volesse sporcare, o umiliare, o ungere, o benedire, o impegnare, affittare, comprare”… Qui, più che mai, “l’uomo è misura di tutte le cose”.
Si mangia bene e si paga il giusto
Pisa, è dunque una città incredibilmente bella, ma “possibile”, vivace e vivibile; una città a misura d’uomo, dove si vive bene, si mangia genuino e si ride di gusto. Epicurea e gaudente nei sensi, beffarda nello spirito, ghibellina nell’animo profondamente laico. Quindi, previa visita dei luoghi imperdibili sopra citati e di molti altri tesori più nascosti, ma non meno rilevanti (tipo Palazzo Blu, una storica dimora nobiliare vicina al Ponte di Mezzo e al Comune, restaurata e adibita a sede espositiva di collezioni permanenti e mostre d’arte temporanee, con auditorium e spazi per grandi eventi), val la pena di conoscerla tuffandosi nel cuore del centro storico, godendosi le passeggiate sotto i loggiati a ritmi slow, le pause dolci nei forni e nelle pasticcerie rionali, lo shopping nelle botteghe storiche, gli aperitivi in vivaci punti di ritrovo e localini cool, la cucina verace delle trattorie di tradizione, le specialità e gli ottimi prodotti tipici di fattura locale… Un ottimo pranzo a base di pesce, ad esempio, lo si può apprezzare alla Trattoria La Tortuga che, come ci spiega lo chef, nonché titolare, Giovanni Siani, propone cucina tipica della Versilia con pescato locale. Ambienti spaziosi, accoglienza cordiale, clima familiare, prodotti semplici e genuini, che “non vengono mascherati e nascosti” nemmeno nelle preparazioni più elaborate, La Tortuga si è fatta apprezzare a Pisa come lo fu, in precedenza, per oltre 20 anni, a Viareggio, sia dai locali sia dai visitatori di passaggio, dai buongustai e dai palati più esigenti. Merito anche dell’impiego di ingredienti a km0 e delle specialità del territorio, come la pasta fresca artigianale di Massimo Rutinelli che – manco a dirlo – l’ha chiamata Pasta De’ Miracoli, o come i godibili vini della tenuta Fattoria Uccelliera, che accompagnano egregiamente il pasto, prodotti in questa azienda di famiglia nelle Terre Pisane dal 1960, insieme a distillati, vin santo, liquori, ma anche olio extravergine di oliva, miele, preparati al tartufo. E come lo storico Amaro Auser, dell’omonimo liquorificio in provincia di Pisa, specializzato dal 1923 in liquori e grappe alle erbe, perfetto per il bicchiere della staffa a chiusura del convivio. Ma “si mangia bene e si spende il giusto” (qui, questo è un valido metro di misura del rapporto qualità-prezzo) anche all’Osteria in Domo di Mario Masoni, che propone una schietta cucina di tradizione, rivisitata nell’impiego di tecniche di cottura e di preparazione di eccellente scuola, attualizzata nella presentazione dei piatti e nobilitata dall’uso prodotti locali di primissima scelta, orgogliosamente “dichiarati” in carta.
Noi li abbiamo potuti gustare in un menu di piatti storici, di cucina povera e della tradizione popolare, come il Bordatino Pisano (piatto di cucina povera a base di farina di mais, fagioli cannellini e cavolo nero); la Renaiola (il tipico pasto di rape e aringhe dei barcaioli dell’Arno, superbamente reinterpretato con gli ottimi spaghettoni del Pastificio Martelli, pisano doc, con rape centrifugate e filetto di cefalo affumicato Presidio Slow Food di Orbetello); il Maiale deh (ribs e pancia di suino pisano dell’Azienda di Stassano di Peccioli, quest’ultima cotta a bassa temperatura, laccata con miele di Spiaggia Donatella Baldi, il tutto accompagnato con la varietà di fagioli “piattella pisana” dell’Azienda Pan di Terra), pietanza antica che nella versione contemporanea ha vinto il Premio della Ristorazione Pisana 2020; infine una deliziosa Panna Cotta ai Profumi del Parco (ovvero al miele di spiaggia e ai pinoli di San Rossore della Grassini).
I bischeri sulla torta
Numerose le produzioni di pregio ancora reperibili nelle “Terre Pisane”, ma una torta specialmente è considerata una gloria della tradizione (in particolare di Pisa e Lucca): la famosa torta co’ bischeri, che noi abbiamo gustato in un piccolo locale storico della città, superato Borgo Stretto, in Via San Francesco: la Pasticceria Frangioni. L’attuale titolare, Daniela Salvini, la prepara attenendosi alla ricetta popolare, oggi riconosciuta marchio registrato con tanto di disciplinare. Si tratta infatti di un dolce antico (“bischeri” sono i merli a punta dell’orlatura del guscio di pasta frolla) che per essere riprodotto ad arte e fregiarsi della sua denominazione deve prevede l’utilizzo nella farcia di riso, canditi, cacao in polvere, cioccolato, uvetta e pinoli del Parco di San Rossore. E qui è ancora un dolce della festa, che non può mancare nelle ricorrenze e nelle grandi e piccole occasioni. Per scoprire Pisa, le sue numerose specialità, ancora genuine, le testimonianze di tradizioni sempre vive, ma anche i nuovi trend di vita e di cultura, è utilissimo consultare il portale di Vetrina Toscana una piattaforma di promozione turistica, culturale ed enogastronomica per la valorizzazione del territorio e delle sue imprese, sempre più ricco di itinerari e informazioni utili, compresi moltissimi indirizzi e riferimenti di ristoranti, botteghe e produttori di artigianato e tipicità della regione.
VETRINA TOSCANA
Itinerari, Botteghe, Ristoranti, Produttori, Territori, Eventi www.vetrina.toscana.it
TRATTORIA LA TORTUGA
OSTERIA IN DOMO
Via Santa Maria, 129 – 56126 PISA
Tel.: +39 050 55 55 42
FATTORIA UCCELLIERA
Vini e distillati dalle Terre Pisane
LIQUORIFICIO AUSER
PASTIFICIO MARTELLI
Pastificio artigianale tradizionale
PASTICCERIA FRANGIONI
PASTA DEI MIRACOLI
Pasta fresca artigianale