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Per non dimenticare

a cura di Giulia Macrì
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cultura afghanistan

Un faro per le donne di Kabul è il progetto voluto e creato dal Club Zonta Roma Capitolium nel novembre 2021, in seguito ai tragici accadimenti del 15 agosto in Afghanistan, affinché non venissero dimenticati e si mantenesse viva l’attenzione e l’informazione su di essi. E soprattutto per agire in difesa della libertà e dell’emancipazione delle donne afghane perduta a causa di politiche retrograde, attivandosi presso enti e istituzioni internazionali, presso la stampa e l’opinione pubblica. Il Club romano (parte di Zonta International, che è un’organizzazione mondiale attiva per i diritti delle donne e per il miglioramento delle loro condizioni, riconosciuta dall’Unesco, partner dell’Unicef e dell’Unifem, presente al Consiglio d’Europa e a nel comitato delle Pari Opportunità del Ministero Del Lavoro e del Ministero della Pubblica Istruzione) ha quindi acceso il suo “faro” sull’emergenza umanitaria delle gravi condizioni di vita in cui versano la popolazione e, in particolare, le donne afghane, organizzando eventi di solidarietà a forte richiamo, con proiezioni di film e come la recente presentazione del libro di Maria Clara Mussa e Daniel Papagni “Exit Tragedy pensare che volevamo la pace per l’Afghanistan (Ed. LoGisma, 2021; 15,00/16,00 euro online) a Roma, per continuare l’opera di informazione e sensibilizzazione della comunità internazionale. Il Marriott Grand Hotel Flora (in Via Vittorio Veneto, 191) ha sostenuto l’evento offrendo l’uso dei suoi prestigiosi spazi, dove, alla presenza della Presidente di Zonta Roma Capitolium, Carmen Tiziana De Angelis e di S.E. Khaled Ahmad Zekriya, Ambasciatore della Repubblica islamica dell’Afghanistan, si è svolto l’incontro con gli autori, i giornalisti Maria Clara Mussa e Daniel Papagni, e con Batool Haidari, attivista; Rabia Alizada, studentessa; Parwin Rahimi, giornalista. Ha moderato gli interventi il Generale Giuseppe Morabito, membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation. Bellissimo il volume fotografico e toccanti tutti gli interventi, da quelli degli autori – due esperti inviati sui teatri di guerra, profondi conoscitori della terra e della cultura afghana – agli accorati e coraggiosi appelli delle rifugiate, nonché i commoventi filmati della missione dei nostri soldati, che è costata ben 57 vittime alle milizie italiane. Non ultimo, oltre all’importante impegno del Club a favore della causa, il valore culturale del libro, che attraverso immagini e racconti anche crudi e realistici, ma di grande carica emozionale, divulga la storia e la bellezza di questa terra e di questa civiltà antica, oggi martoriata, ma che fu florida, fastosa e progredita. E potrebbe, e dovrebbe tornare a esserlo, con l’attenzione e l’aiuto di tutti.

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